Il Roseto di Roma ospita circa 1.100 varietà di rose botaniche, antiche e moderne provenienti da tutto il mondo. Rappresenta una collezione di rose di notevole importanza sia perché gli esemplari coltivati provengono da tutto il mondo, sia perché sono presenti specie primordiali, o rose botaniche, la cui evoluzione risale a milioni di anni fa, molto pregiate e poco conosciute, dimorate insieme alle “rose antiche” e agli ibridi più moderni. 

Il Roseto ospita ogni anno nel mese di maggio il Concorso Internazionale Premio Roma, riservato alle più belle nuove varietà di rose. L’evento apre la stagione internazionale delle manifestazioni dedicate alla coltivazione di questo fiore ed è un avvenimento di grandissima importanza in campo botanico e florovivaistico.

La storia del Roseto

Il Roseto comunale di Roma, unico al mondo per la sua spettacolare posizione, si adagia sulle pendici dell’Aventino, di fronte ai resti del Palatino, appena sopra il Circo Massimo.

Di dimensioni piuttosto contenute, offre una magnifica vista che spazia dal colle Palatino, al campanile di S. Maria in Cosmedin, alla cupola della Sinagoga, al Vittoriano, fino ad arrivare all’osservatorio di Monte Mario.
Fin dal III sec. a.c. il luogo in cui sorge il roseto era dedicato ai fiori. Tacito, negli Annales, parla di un tempio dedicato alla dea Flora, i cui festeggiamenti, “floralia”, si svolgevano in primavera nel Circo Massimo.

Ricoperto di orti e vigne fino a tutto il XVI sec., divenne nel 1645, l’Orto degli Ebrei con annesso il piccolo cimitero della Comunità. Dal 1934, anno del trasferimento del cimitero ebraico al Verano, l’area, destinata a parco, rimase incolta fino al 1950, quando divenne sede del nuovo roseto comunale. L’antico roseto comunale aperto nel 1932, che si trovava sul colle Oppio, era infatti andato distrutto nella seconda guerra mondiale.

Come ringraziamento alla comunità ebraica, che aveva permesso di ricreare il roseto in un luogo sacro, venne posta all’ingresso del giardino una stele in ricordo della precedente destinazione, e i vialetti che dividono le aiuole nell’area della collezione assunsero la forma della menorah, il candelabro a sette bracci, simbolo dell’Ebraismo.

Il giardino è suddiviso in due parti da via di valle Murcia; nell’area più vasta, a monte, si trova la collezione di rose botaniche, antiche e moderne. Nella parte in basso, più piccola, si trovano i settori dove vengono dimorate le rose partecipanti al “Premio Roma” e la collezione delle rose che, dal 1933 – anno della prima edizione svoltasi a Colle Oppio – hanno vinto il premio.

La collezione delle rose

Nella sezione più ampia è ospitata un’interessante collezione, in tutto circa 1.200 esemplari, di rose botaniche, antiche e moderne, rinomata in tutto il mondo per la sua straordinaria bellezza.

Passeggiando tra i viali si possono ammirare le rose Damascene che già fiorivano a Paestum e a Pompei, ancora oggi usate come base per essenze profumate, o la famose rose Galliche, le uniche nell’antichità di colore rosso e considerate sacre dai persiani.

Varietà rare e particolari s’intrecciano in questa collezione catturando l’interesse del visitatore. Ci si imbatte così nella rosa dedicata alla fine della guerra delle Due Rose: il suo fiore, quando è in boccio, è rosso come la rosa dei Lancaster, ma quando si apre è bianco come la rosa degli York le due famiglie in guerra per il trono inglese.

Altre specie, pur non potendo vantare riferimenti storici, hanno importanti particolarità a livello botanico, come la rosa Chinensis mutabilis, il cui fiore in cinque giorni cambia colore 7 volte: il bocciolo è rosso, aperto diventa arancione, poi giallo, crema, rosa chiaro, rosa intenso fino a diventare cremisi. Molto particolare è anche la Omeiensis pteracantha Lutea, una rosa botanica cinese le cui spine, a forma di ala, nei nuovi rami sono rosse e trasparenti. Fra le più curiose, la Rosa Chinensis virdiflora, dai petali dei fiori di color verde, e la Rosa Foetida, bellissima ma maleodorante.

 

Il roseto di Roma

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