Dal punto di vista della potatura, le Conifere presentano le seguenti caratteristiche:

  • chioma disposta in palchi (abeti, cedri) o in maniera irregolare (cipressi, tuie);
  • spoliazione interna: la parte vegetante è concentrata nelle porzioni più
    esterne della chioma, mentre all interno le piante tendono a seccarsi;
  • reagiscono peggio alla potatura rispetto alle latifoglie;
  • non emettono nuovi rami dal punto di taglio;
  • il collare di abscissione è spesso assai meno evidente che nelle latifoglie e a volte non presenta alcun rigonfiamento.

Per tutti questi motivi, la potatura delle Conifere deve essere il più possibile limitata, e riguardare, in genere, i seguenti interventi:

  • rimonda del secco;
  • diradamento dei rami male orientati o a forte rischio di rottura;
  • eliminazione dei rami deboli o malati.

Va invece evitato il taglio di raccorciamento sui palchi esistenti (non nascono nuovi getti e il palco rimarrebbe per sempre mozzato), pratica purtroppo ancora molto diffusa soprattutto sui cedri che anche a molti anni di distanza dall’intervento cesorio presentano monconi secchi esposti o piccoli ciuffetti di rami secondari dalla crescita pressochè nulla.
Un’altra pratica assolutamente da evitare è la cimatura di abeti e cedri, ovvero l’asportazione della cima e della parte terminale del tronco (che viene mozzato ad una certa altezza), per le stesse ragioni indicate riguardo alla capitozzatura.

Per le Conifere è quindi, ancor più che per le latifoglie, importante effettuare un’attenta scelta del sito d impianto e della specie che vi va a piantumare, in quanto sarà poi assai difficile effettuare potature di contenimento e di conformazione della chioma.

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