famiglia: Fabaceae
genere: Acacia
specie: Acacia dealbata

fiori di mimosa

Mimosa in fiore

Qualche cenno botanico

L’Acacia dealbata è un albero originario della Tasmania, che è giunto in Italia verso la metà dell’800 e che si è ambientato perfettamente al clima mediterraneo. Oggi è spontaneo in tutte la regioni tirreniche mentre è sporadica la sua presenza spontanea nelle altre parti della penisola a causa soprattutto della sua sensibilità al freddo invernale.

La mimosa è un albero di taglia media che può raggiungere anche i 20 metri d’altezza in Australia, ma che nel nostro clima mediterraneo difficilmente supera i 5. Si tratta di piante sempreverdi, che quindi mantengono le foglie per tutto l’arco dell’anno, e che sono caratterizzate dalla spettacolare fioritura gialla tardo invernale.

La crescita è molto rapida (anche oltre 50 cm all’anno), ma la vita media di un esemplare è piuttosto breve, raramente superano i 50 anni. Per di più spesso vengono gravemente danneggiati da inverni con temperature al di sotto della media: è infatti un albero piuttosto sensibile alle basse temperature.

La coltivazione in piena terra conviene solo dove il clima sia particolarmente dolce. Altrove è però possibile tenere gli esemplari in grandi vasi, operando attente potature.

La mimosa in giardino

Esposizione: la mimosa necessita di luce diretta del sole, anche per molte ore al giorno. Durante l’inverno generalmente non necessitano di protezioni se le temperature minime sono superiori allo zero; teme invece molto le gelate e sotto i -5°C la Mimosa può andare incontro a danni da freddo piuttosto gravi, fino alla morte dell’esemplare. In quest’ottica sono da evitare anche i venti gelidi: quindi se viviamo in un’area dal clima non totalmente mite è bene porre a dimora gli alberi in una zone il più possibile riparata, magari nelle vicinanze di un muro esposto a Sud.

In climi particolarmente ventosi è consigliabile assicurare i giovani alberi a dei lunghi tutori solidi, in modo da evitare che il vento possa scalzare le giovani radici poco sviluppate o danneggiare i rami, che sono particolarmente elastici. Può capitare che gli esemplari giovani di pochi anni temano il freddo intenso ed il vento.

Nel mettere a dimora una mimosa ricordarsi di preparare una buca ampia, ponendo sul fondo della sabbia a grana grossa e un po’ di torba. Come per tutte le specie appartenenti alla famiglia delle Leguminosae non è assolutamente necessario l’apporto di concimi a base di azoto ed è meglio evitare di inserire stallatico o compost nella buca.

Annaffiature: bagnare una volta la mese con una decina di litri d’acqua, quando il substrato risulta asciutto da alcuni giorni. E’ consigliabile evitare gli eccessi, evitando che le piante siano troppo esposte alle piogge in questo periodo dell’anno. Si consiglia di annaffiare solo gli esemplari giovani, o da poco posti a dimora. Gli esemplari adulti in genere si accontentano delle piogge e riescono a sopportare anche le estati siccitose.

Concimazione: con l’arrivo dei mesi autunnali possiamo mescolare al terreno alla base degli alberi della torba. In genere si interviene solo ogni 2-3 anni.

Trattamenti: prima dell’arrivo dei mesi freddi può essere utile un trattamento anticrittogamico ad ampio spettro sulle piante che abbiano manifestato dei problemi di natura fungina. Le piante che sono state colpite da ticchiolatura o da altre patologie fungine vanno curate in maniera particolare, ricordando anche di raccogliere e distruggere tutte le foglie colpite dalla malattia.

Terreno: il terreno di coltivazione ideale è sciolto, profondo e molto ben drenato, caratteristiche tipiche dei suoli sabbiosi.

Non tollera invece i substrati argillosi o pesanti, soprattutto se caratterizzati dalla forte presenza di calcio: è infatti molto comune l’insorgenza di clorosi fogliare, che si ripercuote sulla vitalità generale dell’albero.

Potature: si effettuano generalmente in primavera, dopo la fioritura, anche per contenere la produzione di baccelli e la conseguente autodisseminazione.

A fine inverno si deve intervenire eliminando le branche che eventualmente sono state compromesse dal gelo.

Raccolta dei fiori: la raccolta dei fiori avviene tra la metà di febbraio e la fine di marzo in base all’andamento climatico e al sito d’impianto: si colgono i mazzetti quando cominciano ad aprirsi le prime corolle.

Moltiplicazione: è un albero piuttosto semplice da moltiplicare. Si può procedere tramite semina primaverile o prelievo di polloni radicali in primavera.

Parassiti e malattie: queste piante sono di solito piuttosto rustiche e non vengono attaccata da parassiti o da malattie. In condizioni di coltivazione non idonee possono essere gossette ad attacchi di cocciniglie e metcalfe.

Una fisiopatia comune è la clorosi: è frequente, prevalentemente su piante non innestate, in terreni a pH neutro o alcalino. Si previene distribuendo dalla fine dell’inverno abbondanti dosi di solfato di ferro (che aiuta ad acidificare il terreno). In genere sono sufficienti due o tre somministrazioni a distanza di 10/15 giorni.

Coltivazione in vaso: se viviamo in un’area con clima freddo possiamo scegliere di coltivare la mimosa in vaso. In questo caso è bene rivolgersi a rivenditori specializzati indirizzandosi possibilmente su varietà dallo sviluppo più contenuto.

Cosa importante è che il vaso dovrà avere una profondità di almeno 40 cm: l’apparato radicale diventa importante in breve tempo e bisogna evitare di dover ricorrere spesso a rinvasi. In queste condizioni, l’esemplare generalmente riesce a crescere bene fino almeno ad un’altezza di 2/3 metri.

Sul fondo dobbiamo creare uno spesso strato drenante con dell’argilla espansa. Creiamo poi un substrato leggero e ben drenato mescolando in parti uguali torba, sabbia di fiume e terriccio generico.

Irrighiamo leggermente e manteniamo il substrato sempre leggermente umido dalla primavera all’autunno, specie nel primo periodo di messa a dimora della pianta. Col passare degli anni potremo diradare maggiormente le bagnature, facendo però attenzione ad evitare sempre il ristagno idrico.

mimosa in vaso

Mimosa in vaso: l’alternativa per i posti con inverni freddi.

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