famiglia: Ginkgoaceae
genere: Ginkgo
specie: Ginkgo biloba

Il Ginkgo biloba è considerato un fossile vivente: è l’unica specie ancora vivente della famiglia delle Ginkgoaceae, dell’ordine delle Ginkgoales e dell’intera divisione delle Ginkgophyta. È un albero antichissimo le cui origini risalgono a circa 250 milioni di anni fa.

Qualche cenno botanico

Il ginkgo, chiamato volgarmente anche ginko o ginco, è una pianta arborea di origine cinese che raggiunge un’altezza di 30–40 m.

Ha una forma tendenzialmente piramidale nelle piante giovani, mentre tende a una forma ovale negli individui più vecchi.

La peculiarità botanica di questa pianta sono le foglie, uniche nell’attuale panorama vegetale terrestre: le foglie sono decidue con un lungo picciolo e di colore verde chiaro. La forma è molto particolare, tipicamente a ventaglio, leggermente bilobata e percorsa da un numero elevato di nervature dicotome.

Altra caratteristica particolare è che la forma delle foglie varia a seconda della posizione sulla pianta e dell’età: le piante giovani hanno foglie molto incise, nei rami secondari hanno margine ondulato, mentre in quelle dei rami principali spesso vi sono foglie bilobate

In autunno tutte le foglie assumono una bellissima colorazione giallo vivo, rendendo la pianta altamente decorativa.

Il ginkgo è originario della Cina, nella quale sono stati rinvenuti fossili dell’era paleozoica datati circa 250 milioni di anni!

Questa specie è stata ritenuta estinta per secoli, ma recentemente ne sono state scoperte almeno due stazioni relitte nella provincia dello Zhejiang nella Cina orientale. Non è ancora chiaro se la pianta sia sopravvissuta per millenni in poche, o in un’unica, stazione relitto oppure se sia arrivata ai giorni nostri grazie alla coltivazione operata per millenni da parte dei monaci cinesi.

 

Il ginkgo in giardino

In giardino il ginkgo è utilizzato per la sua unicità botanica ed evolutiva e per la bella colorazione autunnale del fogliame.

Il primo Ginkgo biloba importato nel 1750 in Italia, si trova nell’Orto Botanico di Padova (Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO). È un esemplare maschile maestoso su cui, verso la metà dell’Ottocento, fu innestato a scopo didattico un ramo femminile.

Esposizione: è una pianta eliofila che preferisce essere esposta ai raggi diretti del sole. G. biloba non teme il freddo: è stato dimostrato che non subisce danni anche a -35 °C. Mal sopporta invece i climi particolarmente caldi.

Annaffiatura: il ginkgo predilige i climi freschi con piogge ben distruite, pertanto quando giovane va bagnata ogni 10-15 giorni, quando il tereno risulta asciutto. Gli esemplari adulti non necessitano di nessun supporto irriguo.

Concimazione: in genere si interviene una sola volta l’anno, utilizzando un concime a lenta cessione specifico per piante verdi solo per gli individui molto giovani. Da adulti gli alberi non necessitano di nessun apporto nutritivo, se il terreno risulta mediamente dotato di sostanza organica.

Trattamenti: il ginkgo è una pianta molto robusta e sana che raramente necessita di trattamenti fitoterapici, perché la sua resistenza alle malattie è molto elevata.

Terreno: non è particolarmente esigente quanto a tipo di terreno anche se vegeta meglio in terreni acidi e non asfittici; quindi meglio garantire alle piante un buon drenaggio e una sufficiente dotazione di sostanza organica.

Moltiplicazione: la moltiplicazione può avvenire per semina, per talea semilegnosa o per margotta.

Note: le piante mal sopportano la potatura: i rami accorciati tendenzialmente seccano. Potature eccessive su individui adulti possono facilmente portare alla morte dell’intero individuo.

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