famiglia: Poaceae
genere: Arundo
specie: Arundo donax

canna comune spontanea

Canna comune spontanea sul margine delle zone coltivate

Qualche cenno botanico

La canna comune (Arundo donax L., 1753) o canna di palude o canna domestica è una pianta erbacea perenne e dal fusto lungo, cavo e robusto, che cresce bene in quasi tutti i terreni, anche i più poveri.

Arundo donax è la più grande tra le canne d’Europa, raggiungendo i 5/6 m di altezza. In condizioni ideali può anche superare i 10 m, con fusti, detti culmi, cavi del diametro di 2–3 cm. Le foglie sono alternate, di colore grigio-verde, lunghe 30–60 cm e larghe 2–6 cm; hanno una forma lanceolata, rastremata in punta, e alla base presentano un ciuffo di peli lanosi.

Nell’insieme A. donax assomiglia a una cannuccia di palude di grandi dimensioni o a una canna di bambù.

La sua area di origine si estende dal bacino del Mediterraneo al Medio Oriente fino all’India, ma attualmente la canna si può trovare sia piantata che naturalizzata nelle regioni temperate e subtropicali di entrambi gli emisferi. Forma dense macchie in terreni umidi, lungo gli argini di fiumi e stagni ma anche sui margini di campi coltivati e sulle dune sabbiose, anche in prossimità del mare.

La canna comune è una pianta dalla capacità fotosintetica estremamente alta, ciò le permette, in condizioni di disponibilità idrica sufficiente, di crescere molto velocemente; in primavera la crescita può arrivare fino a 5 cm al giorno!

Ciò la rende capace di crescere in macchie dense che possono soffocare altre piante e impedirne così la diffusione.

Dal punto di vista ecologico una macchia di Arundo donax vigorosa indica sempre ricchezza di acqua nel sottosuolo e profondità del suolo stesso. Quindi anche se si adatta a suoli poveri, la presenza di suoli aridi e ridotti in profondità è direttamente indicata dal ridotto vigore dei culmi.

La grande capacità di accrescimento rende A. donax una pianta molto utile per il risanamento o la decontaminazione ambientale di siti fortemente inquinati da sostanze organiche o metalli pesanti mediante il loro assorbimento e degradazione. Inoltre la canna comune presenta il grande vantaggio ecologico di non far entrare i composti tossici fissati nei suoi tessuti nella catena alimentare, perché è una pianta non appetita dagli animali.

La canna comune in giardino

Innanzi tutto una raccomandazione: riflettere bene prima di piantare la canna comune in giardino. La sua capacità adattativa e la velocità di crescita a lungo andare possono diventare un grosso problema; inoltre anche la sua eradicazione è piuttosto complessa e difficile se non si vuole ricorrere al diserbo chimico.

Annaffiatura: in piena terra le grandi capacità di captazione idrica fanno sì che l’irrigazione generalmente non sia necessaria; per quanto riguarda gli esemplari coltivati in vaso, peraltro piuttosto rari e poco diffusi, richiedono un’irrigazione costante per poter vegetare abbondantemente.

Consigliamo annaffiature frequenti e regolari, ma non eccessive. Ricordiamo sempre di attendere, tra un’annaffiatura e l’altra, che il terreno superiormente asciughi completamente.

Esposizione: la canna comune è una pianta che necessita di essere esposta ai raggi diretti del sole. L’Arundo donax può sopportare senza problemi temperature di alcuni gradi inferiori allo zero.

Concimazione: generalmente non viene concimata se a dimora in piena terra; per le piante in vaso in autunno/inverno si interviene interrando alla base degli arbusti una buona quantità di concime organico o di humus. Questo tipo di concimazione, oltre a migliorare l’impasto del terreno, rende disponibili, per circa 3-4 mesi, macroelementi, prevalentemente azoto. In questo modo il terreno vicino ai culmi ha un contenuto di azoto che si prolungherà fino alla primavera successiva, garantendo la crescita veloce e vigorosa tipica di questa pianta.

Trattamenti: generalmente non necessita di nessun tipo di trattamento.

Terreno: la canna comune preferisce un substrato di coltivazione profondo e ricco di acqua ma si adegua praticamente a qualsiasi terreno, anche ai più poveri.

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